Lo scorso 27 ottobre si è concluso il percorso di formazione Empowerment dei territori per una salute mentale di comunità” realizzato da Cittadinanzattiva, con il sostegno non condizionato di Lundbeck. Il percorso, alla sua seconda edizione, è stato breve, intenso e ha rappresentato un modo diverso di “celebrare” la Giornata Mondiale della Salute Mentale.

Il corso, iniziato a settembre e caratterizzato da incontri in live streaming con esperti e practitioner, ha visto la partecipazione di circa 40 tra professionisti, operatori socio-sanitari, rappresentanti di associazioni civiche e di familiari, provenienti da Calabria, Piemonte, Sardegna e Sicilia.

Obiettivo principale del percorso di formazione è stato quello di lavorare con i territori per condividere e promuovere un approccio sulla salute mentale basato sui diritti e sulla centralità della comunità, rimandando con questo a un senso positivo e progressivo per i cittadini di un territorio che, nel rispetto e anche nella valorizzazione delle differenze, riescono a dare vita ad azioni partecipate di condivisione, supporto reciproco, promozione delle abilità e capacità di ciascuno e innovazione sociale volta al miglioramento dei determinanti sociali della salute.

Durante il percorso si è parlato di nuovi bisogni, di prevenzione, di recovery, di abitare, di dimensione lavorativa; di budget di salute; di empowerment individuale, familiare e comunitario; di modelli organizzativi e nuove competenze; di integrazione socio-sanitaria, di reti e integrazione delle risorse esistenti sul territorio; di protagonismo della collettività. Lo si è fatto con interventi teorici e con testimonianze su pratiche di salute mentale di comunità.

Durante il Workshop finale, in un clima di dialogo, confronto e responsabilità verso un cambiamento possibile, ogni gruppo regionale di partecipanti ha presentato agli interlocutori istituzionali una serie ragionata di proposte, frutto di un project work elaborato congiuntamente per provare ad attivare processi di cambiamento concreti, attraverso la valorizzazione di quanto già presente in ciascuna regione e l’implementazione di buone prassi per migliorare i servizi sul territorio.

L’incontro conclusivo è stato caratterizzato da una serie di elementi. Un reale confronto tra tutti i presenti, non formale e non dettato dalle circostanze, ma incentivato dal senso di responsabilità e dall’urgenza di agire presto per dare risposte. Le proposte hanno avuto in comune l’obiettivo di una messa in connessione pratica dei diversi soggetti e servizi del sistema salute mentale, troppo frammentato ma ricco di competenze ed esperienze significative che vanno conosciute e valorizzate. Infine, l’elemento della partecipazione dei cittadini e dei soggetti direttamente interessati alle politiche di salute mentale è un ingrediente che non è mai mancato all’interno delle proposte, attraverso il richiamo alle valutazioni dei servizi, alla qualificazione di istituti di partecipazione già esistenti e al maggiore riconoscimento del contributo di organizzazioni di familiari o di utenti esperti.

Ringraziamo gli interlocutori istituzionali che sono stati presenti, che hanno ascoltato le proposte elaborate dai partecipanti e preso impegni per continuare insieme il lavoro sui territori: Filippo Mancuso, Presidente del Consiglio regionale e Paolo Seminara per il Dipartimento Tutela della salute e Servizi socio-sanitari, per la Regione Calabria; Gaetano Manna, Responsabile Ufficio regionale dipendenze e salute mentale, per la Regione Piemonte; Simone Girardin, per l’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale della Regione Sardegna e Francesca Picone per il Dipartimento di salute mentale dell’ASP di Palermo.

“Le idee presentate aprono oggi veri e propri cantieri per una salute mentale di comunità”, ha affermato Francesca Moccia, Vice segretaria generale di Cittadinanzattiva. “Si aggiungono a quelli avviati lo scorso anno in Campania, Molise e Veneto, e possono essere mattoni di quel sistema multisettoriale che le politiche e i servizi per la salute mentale dovrebbero diventare, come richiamava Fabrizio Starace nella sua relazione in occasione del Global Mental Health Summit del 13 e 14 ottobre scorso; un sistema – conclude Moccia – che connetta di più l’esistente, investa di più in competenze e personale qualificato e che punti sulla salute mentale in tutti i luoghi, con un occhio di riguardo alle fragilità emerse nei giovani e a quelle delle popolazioni che vivono ai margini, ancora troppo invisibili”.